Affascinanti comuni barocchi a sud di Siracusa, raggiungibili con treno (sulla tratta Siracusa-Noo-Modica-Ragusa) o autobus AST. Le bellissime spiagge del litorale sud della sicilia sono assai vicine. Il centro di Scicli, sito UNESCO, è piazza Italia, spaziosa e verdeggiante di alberi. Vi si arriva dalla via Nazionale, che è la strada principale, e si puo' raggiungere, venendo da Modica, da via San Nicola e piazza Busacca. Busacca fu il soprannome di Pietro di Lorenzo, filantropo sciclitano del XVI sec., al quale è dedicato il monumento di Benedetto Civiletti, al centro della piazza, dove prospetta pure lachiesa del Carmine, del 1751. La chiesa di Santa Maria la Nova, più nota per la sua grandiosità, si trova sulla via omonima.
Il prospetto, neoclassico, è veramente imponente. Negli altari delle navate e nella sacrestia, sono varie opere figurative e scultoree che meritano un'attenta visita; tra esse è la Madonna della Pietà, una statua in legno di cipresso, forse di origine bizantina, che riscuote molta venerazione da parte dei fedeli. Altrettanta venerazione è riservata alla Madonna dei Milici, in cartapesta, che schiaccia due turchi col suo cavallo bianco: si trova nella Chiesa Madre,Sant'Ignazio, in piazza Italia che, come abbiamo detto, è il centro della città; e dove torniamo per salire, da qui, alla chiesa di San Bartolomeo, anch'essa imponente e scenografica, davanti a un paesaggio roccioso dal colore cangiante. Ma anche l'architettura civilecaratterizza Scicli: il palazzo Comunale, il palazzo Spadaro, ilpalazzo Beneventano con le singolari decorazioni barocche, ripagano il visitatore.
Ispica è un'altra perla barocca, vicino alla quale è la suggestiva e pittoresca Cava d'Ispica, da non perdere. Al centro del paese, la chiesa di Santa Maria Maggiore sorge sulla piazza omonima. La facciata ha una sua propria eleganza di forme semplici, a due ordini, con tre portali e lesene con festoni fioriti. L'interno è a croce latina con stucchi ed affreschi di Olivio Sozzi. Sull'altare maggiore è un dipinto di Vito D'Anna, raffigurante la Madonna della Cava e Santi,1768. Di fronte alla chiesa vi era un porticato, oggi in parte chiuso. La via XX Settembre porta alla piazza Maria Josè, dove, su due rampe di scale, sorge la Chiesa Madre, San Bartolomeo, settecentesca, con facciata geometrica, caratterizzata da piatte lesene.
Sul portale centrale è lo stemma degli Statella, divenuto poi il simbolo della città. Da qui, per il corso Garibaldi, si giunge allapiazza dell'Annunziata, dov'è l'omonima chiesa, edificata dai primi anni del XVIII sec. e completata nel secolo successivo (la facciata è ottocentesca); all'interno è un magnifico ciclo di stucchi eseguiti a metà del XVIII sec., con Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. Sul corso Umberto I, è il palazzo Bruno-Belmonte, edificato dall'architetto Ernesto Basile nei primi anni del '900, in stileliberty. Oggi è la sede del Municipio. La visita di Ispica si completa con la conoscenza del Parco della Forza e della Cava d'Ispica. IlParco, ampio tre ettari, è un'opportuna istituzione all'inizio di Spaccaforno, la vecchia Ispica, per proteggere e facilitare la fruizione del Fortilitium, che si accentra in un monolite di calcare chiamatoForza. Vi si arriva percorrendo la Barriera, una strada, al limite della città, che procede tortuosa fra pareti di roccia forate da grotte, che furono abitate, ed oggi sono variamente utilizzate. Nel Parco si trovano testimonianze di varie età che consentono di ripercorrere la preistoria e la storia dell'antica Ispica. Sono notevoli i brani di fortificazioni del 400 e del 500, del castello degli Statella, con pavimenti policromi, del palazzo Marchionale e della contigua chiesa dell'Annunziata (il cui pavimento è un sepolcreto) sino al crollo totale nel terremoto de1 1693.
In coerenza con la disponibilità del sito, vi sono abitazioni in grotta e sul fondo della Cava, già fuori dal Parco, lachiesa rupestre di Santa Maria e la grotta di Sant'Ilarione eremita; a 2 km, le catacombe di San Marco, e tutto il resto della Cava. Una curiosità significativa nel parco è il Centoscale: un tunnel di 280 gradini scavati nella roccia per scendere sotto il livello del fiume (che era chiamato Busaitone) e prenderne l'acqua in caso di assedio. Una grotta, infine, ospita l'Antiquarium con un vario patrimonio di utensili di selce e lava, vasi, monete, lastre epigrafiche, ed altro. Cava d'Ispica. È una lunga e profonda gola calcarea naturale, detta Cava, come altre in questa parte iblea della Sicilia, ma questa è la più interessante e suggestiva e, meritatamente, la più famosa.
Si visita da nord. Si percorre la strada statale 115 Ispica-Modica, e raggiunta, dopo 11 km, la località Bettola del Capitano, si svolta a destra, e dopo 5,5 km, ecco che, in contrada Baravitala, si apre la Cava. Qui, all'inizio, sono i resti di un villaggio a capanne e di una necropoli con tombe a forno di età preistorica. Dall’altra parte della Cava, è la grotta dei Santi (perchè vi sono tracce di figure di santi alle pareti). Là, dove eravamo prima, vicino alla strada, sono i ruderi della chiesa di San Pancrati (San Pancrazio?) e, più sotto, è lagrotta della Signora, con evidenti cupolette naturali. Ora, si potrebbe far capo all'ex mulino Cavallo d'Ispica (oggi luogo di ristoro) per informazioni e guida.
Già qui vicino è importante laLarderia, un gruppo di catacombe del IV-V sec. d. C. Non lontano è la grotta di Santa Maria, e, più in su, sono tre sepolcreti cristiani detti il camposanto. Non mancano, più in là, altre grotte in serie, con nomi vari. Una si chiama 'a bizarria, o spezieria, cioè farmacia. NelSalnitro, sul poggio opposto, è un insieme affascinante di abitazioni, anche se non tutte integre. Da una stradella che inizia dall'ex mulino, si puo' raggiungere la chiesa di San Nicola, una grotta con gli affreschi meglio conservati della zona